Intelligenza e società

Intelligenza e società

Che vi siano differenze rilevanti nel grado di intelligenza tra esseri umani è innegabile. Da quì nascono una serie di problemi, tra cui i seguenti:

  1. In che misura è possibile valutare correttamente il grado di intelligenza proprio e altrui?
  2. Quali conseguenze potrebbe avere un grado di intelligenza più o meno alto nella distribuzione dei ruoli e dei poteri nella società?
  3. È conveniente esprimere liberamente e apertamente le proprie valutazioni sul grado di intelligenza proprio e altrui?

Rigurado al problema n° 1, suppongo che valutare l’intelligenza propria e altrui richieda un certo grado di intelligenza. Vale a dire che più basso è il grado di intelligenza di una persona, meno essa è capace di valutare correttamene il grado di intelligenza proprio e altrui.

Riguardo al problema n° 2, suppongo che il grado di intelligenza sia un fattore competitivo decisivo nella distribuzione dei ruoli e dei poteri nella società, anche perché normalmente un essere umano non acetta di essere diretto da qualcuno che egli considera meno intelligente di sé.

Riguardo al problema n° 3, suppongo che esprimere liberamente e apertamente le proprie valutazioni sul grado di intelligenza proprio e altrui dia facilmente luogo a disaccordi, offese e conflitti, e di questo si dovrebbe tenere conto prima di esprimere le valutazioni stesse.

Pertanto può essere conveniente credere, o fingere di credere, che siamo tutti ugualmente intelligenti, o che gli altri lo siano più di noi. Tale convenienza rende l’uomo generalmente sciocco e/o insincero.

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