Status e nevrosi

Status e nevrosi

Da anni giro intorno a una verità rimossa e sfuggente: che passiamo la maggior parte del tempo ad affermare, a difendere, ad accrescere il nostro personale status, a usarlo come misura del nostro valore e dei nostri valori, a cercare il riconoscimento del nostro status da parte degli altri, a condividerlo con gli altri, e a cercare compromessi con lo status di ogni altro.

Infatti essere accettati dagli altri significa l’accettazione, da parte degli altri,  dello status che crediamo di avere e di meritare.

Lo status di cui parlo è multiforme: intellettuale, morale, estetico, fisico, politico, economico, artistico, sportivo, scientifico, tecnico, ecc.  Esso si basa sulle risorse materiali e immateriali possedute da una persona, e indica tutto ciò che la rende attraente, rispettabile, ammirevole, competitiva, invidiabile, desiderabile. Inoltre, che lo si voglia o no, lo status di una persona indica una sua posizione gerarchica comparata con quella di ogni altra persona.

Viviamo in una cultura ipocrita, che a parole demonizza e disprezza l’amore per lo status, mentre lo cerca e lo celebra in modi più o meno mistificati,  sfacciati o sublimati.

Questa ipocrita contraddizione ci rende nevrotici.

Se vogliamo guarire da tale comune nevrosi, dobbiamo trovare il coraggio di affermare il nostro amore per lo status nostro e di coloro che abbiamo scelto di ammirare e di imitare, e riabilitare la competizione in ogni contesto, non come negazione della cooperazione, ma come regolatrice di essa. Inoltre, dobbiamo realisticamente valutare il nostro status senza sopravvallutare né sottovalutare le proprie capacità e i propri limiti rispetto a quelli degli altri.

Tutti, nessuno escluso, amano consciamente o inconsciamente il proprio status, ma la maggior parte delle persone nega e rimuove tale amore, come se negandolo esso si accrescesse.

Ecco il paradosso: l’idea che disprezzando l’amore per lo status proprio e altrui, il proprio status (visto come virtù) aumenta. Conseguenza di tale paradosso è un latente disprezzo per se stessi, un inconscio senso di colpa e l’ansia che ne deriva.


Ho sottoposto a ChatGPT e a Gemini questo articolo e ho chiesto loro di ampliarlo e modificarlo tenedo conto delle loro osservazioni e dei loro suggerimenti.

Qui c’è l’articolo prodotto da ChatGPT:
https://blog2.cancellieri.org/lipocrisia-dello-status-e-la-nevrosi-contemporanea/

Qui c’è l’articolo prodotto da Gemini:
https://blog2.cancellieri.org/la-tirannia-silenziosa-dello-status-riconoscere-la-vera-motrice-della-vita-sociale/


P.S.: Anche questo articolo costituisce un tentativo di affermazione del mio status.

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